Negli anni ’80, nei concorsi per funzionari dei Vigili del Fuoco si presentavano meno ingegneri di quelli richiesti. Nel 2002 quando ho fatto il concorso io eravamo in circa 400 ingegneri per 40 posti, oggi per lo stesso concorso si presentano 4.000 laureati. Che cosa è cambiato? Tutto.
L’Italia degli anni ’80 non c’è più, quando eravamo leader nella chimica, nel petrolchimico e nello sviluppo di nuove tecnologie. Nel 1966 l’Italia figurava come il terzo produttore al mondo per la produzione di energia elettrica proveniente dal nucleare dopo Stati Uniti e Inghilterra (qui ci si riferisce alla tecnologia e non al dibattito sul nucleare).
Abbiamo costruito autostrade, viadotti, e gallerie in Italia e in mezzo mondo, abbiamo insegnato e l’arte e la cultura a generazioni intere e la cucina italiana è conosciuta in tutto il mondo.
Poi all’improvviso questo meccanismo quasi magico si è bloccato, come se si fosse fermato qualcosa. Abbiamo dato la colpa all’Europa, alla politica, alla globalizzazione, siamo diventati ambientalisti*, assenteisti, malfidati, assistenzialisti. Ora diciamo no a tutto. Se una cosa è pericolosa è meglio che venga fatta altrove e il nostro diritto ha sopraffatto qualsiasi dovere.
Eppure quelle persone che hanno governato l’Italia di quegli anni, gli imprenditori che con la terza elementare hanno reso l’Italia un Paese ricco, avranno dato seguito a nuove generazioni? E che fine hanno fatto i loro figli, si sono arresi alla loro ricchezza ereditata vanificando tutti gli sforzi fatti dai loro genitori e dai loro nonni?
Politicamente siamo stati anche sfortunati perché alla fine non c’è stato nessun partito che negli ultimi decenni abbia esaltato per iniziative a favore del Paese, perché tutti hanno sempre puntato a valori giusti o sbagliati, ma che comunque potessero dare immediati riscontri in termini di voti piuttosto che a grandi progetti a lungo termine.
E poi noi tutti ci siamo abituati a abbiamo accettato i compromessi della politica perché comunque facevano e fanno comodo a tutti e così l’Italia è andata negli anni. Poi sono arrivati i problemi della delocalizzazione, della vendita dei marchi italiani e la svendita delle aziende pubbliche e così oggi siamo schiacciati dal totale predominio del libero mercato di chi ci vuole vendere l’energia elettrica e il gas metano e il totale assistenzialismo dello Stato che deve aiutare i propri cittadini a sopravvivere.
Poi abbiamo votato un partito che delle paure delle persone e dell’improvvisata guerra alla povertà ne ha fatto la sua ragione d’essere e quindi tutto si è complicato in poco tempo. Poi la pandemia ci sta mettendo del suo e alla fine l’Italia è sempre più indebitata con alcuni partiti che ancora promettono mari e monti!
Noi possiamo cambiare questa situazione? Certo che no, come si fa a cambiare gli italiani? E poi chi è che decide che gli italiani hanno bisogno di un cambiamento e quale partito sarebbe così erudito da poter decidere come bisogna cambiare il Paese? Ma almeno rimanere orgogliosi, si, questo si può chiedere! Almeno recuperare un po’ di fiducia tra noi cittadini e tra noi cittadini e lo Stato, direi che si, anche questo è lecito, almeno non dire sempre no a tutto direi che questo invece è necessario anzi fondamentale per non impoverire e poi reagire un po’ a questa situazione, riprendere in mano il nostro Paese, il controllo del nostro Paese, almeno questo è possibile. Dire che siamo Italiano con un pizzico di emozione, almeno questo si, ancora siamo liberi di farlo.
* Qui si critica l’estremismo ambientalista e non il rispetto per l’ambiente che è un’altra cosa.