Aziende italiane vendute

Qualche anno fa l’Italcementi, la più grande azienda strategica italiana per la produzione di cemento è stata venduta ai tedeschi per 1,6 miliardi di euro e nessuno ha detto niente, nessun dei nostri politici ha fatto obiezione. Ma così come tante altre aziende italiane che sono finite in mano a multinazionali straniere. Per l’Italia è continua emorragia. Quando una’azienda italiana viene venduta a qualche multinazionale straniera, la multinazionale acquista il marchio italiano e il know-how, ovvero la tecnologia, ma dei dipendenti e quindi delle famiglie non interessa niente a nessuno. Questo significa che se l’azienda ha qualche problema economico o di rapporti con i lavoratori o con i sindacati o un qualsiasi altro problema, la multinazionale chiude le unità produttive in Italia e le porta in altre nazioni dove trova condizioni più favorevoli in termini di stipendi più bassi, costo dell’energia più basso e meno rotture di scatole da parte degli organi di controllo.

L’Europa deve assolutamente intervenire immediatamente per stroncare questa politica in quanto è stata l’Europa stessa ad impostare le regole della libera vendita di merci ed aziende. L’Europa non può permettere che gli interessi economici vadano a distruggere intere famiglie o intere collettività specialmente quando alcune zone hanno investito tutto sulla crescita di grandi marchi Italiani come è successo a Fabriano con la Merloni venduta alla Whirlpool.

Non serve assolutamente a nulla che qualche partito sbandieri la propria bandiera a sostegno dei lavoratori quando l’azienda sta per chiudere, con queste condizioni di libero mercato non si può fare niente, quando l’azienda ha deciso come nell’ultimo caso della Gkn in Toscana che ha licenziato 422 dipendenti dall’oggi al domani, non si può fare più niente, bisogna intervenire prima.

La cosa più grave inoltre è che in quasi tutti i casi, le aziende italiane vendute all’estero hanno ricevuto in passato e a vario titolo, contributi dai vari Governi e quindi gli Italiani con le proprie tasse hanno già pagato, in parte, ma hanno comunque pagato per la crescita e il successo dei grandi marchi italiani e non è proprio giusto che ora chiunque si possa girare dall’altra parte e licenziare tutti solo perché l’economia italiana è in difficoltà, questo è il momento di decidere.

Quindi l’appello è che l’Europa intervenga immediatamente perché non può permettere ai ricchi della Cina, dell’America, della Germania e di altre nazioni di andare in giro per l’Europa a comprarsi le aziende più redditizie per poi farle chiuderle quando vogliono.

Questa situazione non può essere più tollerata perché per alcune nazioni come l’Italia sta diventando un dramma economico e sociale!

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